Conobbi Nino Cirani (link alla biografia) nel 1982. Nino, all’epoca, non era più il giovanotto che appare nel libro "Il raid automobilistico", ma un signore di mezza età, con molti capelli bianchi, magro e in ottima forma. Lo andai a trovare, per motivi di lavoro, a casa sua a Milano, in via Caracciolo, dove viveva con la sua giovane moglie Giuse, nome che, se ben ricordo, stava per Giuseppe … bizzarria dei genitori …
Ero diventato Parts Marketing Manager della British Leyland Italia e tra le varie responsabilità che avevo c’era quella di programmare le iniziative promozionali per il settore ricambi ed accessori della Land Rover.
Eravamo soliti organizzare - assieme ai colleghi della divisione auto con sede a Roma - i raduni denominati "4x4 NEL VERDE" che ci permettevano di entrare nelle più belle riserve ed oasi Italiane, ma senza fare danni in quanto c'era molto di turistico ed escursionistico nei nostri raduni e poco di agonistico.
Normalmente questi eventi, aperti ai possessori di fuoristrada di tutte le marche, duravano due giorni con un pernottamento in alberghi della zona in cui si svolgevano. Le serate dopo cena erano allietate da musiche e danze. Quando dovemmo organizzarlo a Bologna (in collaborazione con gli amici del Club Nazionale Fuoristrada - FIF), i colleghi di Roma lasciarono a noi della zona la scelta su come organizzare la serata.
Da uomo di marketing diventato fuoristradista per lavoro, poi preso dalla passione, ero entrato in contatto con Nino. Nacque così una conoscenza prossima all’amicizia. Prossima perché con Nino siamo entrati subito in sintonia, ma pochi mesi dopo io cambiai completamente percorso professionale e ci perdemmo di vista.
Tornando alla serata di Bologna, anziché musiche e danze, mi presi la responsabilità di fare una serata-documentario dedicata ai viaggi di Nino, organizzando una proiezione delle più belle diapositive dei sui viaggi con la Land Rover "Aziza" (se ben ricordo 16 Carousel sincronizzati, con effetti speciali e con un commento musicale adeguato - molto meglio di un film!), con lui presente.
Allo scopo avevamo prenotato la sala grande da 250 posti del Novotel di Bologna. Temevo il giudizio dei colleghi di Roma e mi premeva il risultato di quella serata, del cui esito non ero certo: i più giovani sarebbero andati a divertirsi in centro città temendo di annoiarsi o sarebbero rimasti a seguire la presentazione ?
Quando la proiezione terminò e si accesero le luci, ci fu un applauso con standing ovation per Nino e mi resi conto solo allora che la sala era gremita e molti avevano assistito a tutta la proiezione in piedi, addossati alle pareti.
Nino si prestò volentieri a rispondere alle molte domande dei presenti e la lunga ma piacevolissima serata terminò in bellezza. Infatti, dato che era consuetudine fornire un gadget ricordo dell'evento ai partecipanti, anziché cappellini da cowboy, magliette o ammennicoli vari, noi regalammo il libro cult di Nino “Il raid automobilistico” (oggi è una rarità).
A Nino toccò firmarli tutti, uno per uno, perché tutti vollero autografo e dedica. Fu un vero successo!
Oggi, oltre ad un indelebile ricordo di Nino e di quella serata, conservo ancora una sua lettera e alcuni suoi doni: una rosa del deserto e due punte di freccia (paleolitiche) provenienti dall'Africa e, ovviamente, la dedica sul libro “Il raid automobilistico”.
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