Once upon a time ... (c'era una volta)
Racconto qui un po' delle mie vicende professionali e di vita più curiose. Sono storie caratterizzate dall'originalità oppure dalla chiave di lettura professionale. Tutte però sono frutto di esperienze dirette. Ne propongo una in homepage, che può essere quella appena pubblicata o, a rotazione, una delle altre. Sono tutte raccolte nei menù a fianco (o in fondo se usate lo smartphone), quindi scegliete, leggete e magari divertitevi.
Poi andando su Menù Generale avrete accesso a tutti gli altri contenuti del sito: Curiosità per sorridere un po' e con alcuni VIDEO d'epoca, Pillole che sono contributi di professionisti, Le mie interviste tra cui quella al prof. Philippe Daverio, Impegno sociale, un ricordo di Michelangelo Manini
A tu per tu con la Gioconda
Ricordate il “Codice da Vinci”?
Nelle concitate scene iniziali si poteva osservare la “Grande Galerie” del Louvre completamente deserta; uno spettacolo decisamente insolito per chi ha avuto l’occasione di visitare il museo forse più importante e visitato del mondo. Là sono raccolti importanti dipinti dei grandi maestri Italiani dal XIII al XVI secolo. Si inizia (fisicamente) dal Botticelli ed il Beato Angelico, si percorre la “Grande Galerie” (chi citare fra i tanti esposti?) fino ad arrivare alla “Salle des États” con al centro la “Gioconda” di Leonardo, normalmente assediata da frotte di visitatori, transennata, isolata e lontana, poco visibile a causa della spessa lastra di plexiglass che riflette tutte le luci e le centinaia di flash scattati dai visitatori. Già, al Louvre si può fotografare liberamente anche con il flash!
La Monna Lisa sembra guardare (ironicamente?) la moltitudine di personaggi, quasi ignorata dai visitatori, che partecipa alle “Nozze di Cana” del Veronese, il grande dipinto (9,9 m di base per 6,6 m di altezza) che occupa tutta la parete esattamente di fronte a lei.
Al Louvre passano ogni anno oltre 8 milioni di visitatori: mediamente circa 4000 persone ogni ora di apertura quindi, visto che praticamente tutti vanno a vedere la Gioconda, immaginatevi la “Salle des États”, dove è esposta Monna Lisa, nelle ore di punta!
Non sarebbe un sogno allora visitare il Louvre in solitudine e bearsi delle opere esposte in totale tranquillità? Ebbene lo abbiamo realizzato: ecco la storia di un evento indimenticabile.
Il Calendario Faac - Nascita di un cult
Nel 1998 ero diventato Marketing Manager del gruppo Faac, quando mi trovai ad affrontare una prima (piccola) sfida: realizzare il nuovo calendario Faac per l’anno 1999.
Fino ad allora il calendario era stato viso e vissuto con poco entusiasmo, era un lavoro di routine, si trattava di trovare un soggetto che fosse diverso dall’anno precedente, che richiamasse l’azienda e che, pur destinato a “rudi” installatori, non fosse troppo volgare.
Va subito chiarito che già dopo pochi mesi avevo potuto osservare che i nostri installatori erano tutt’altro che rudi: la maggior parte era benestante, dotata di buona cultura, abituata a relazioni con clienti importanti, amante del bello e abbastanza esigente. Come mia abitudine valutai la cosa in chiave di marketing e non sottovalutai il problema.
L’azienda godeva di una fama indiscussa. La leadership in notorietà ed immagine era incontrastata. Per correttezza va detto che non era così sul piano della quota di mercato che i concorrenti, per lo più sconosciuti al pubblico, erodevano continuamente. I calendari degli anni precedenti erano risultati del tutto ... diciamo ... anonimi. Il posizionamento della marca era invece molto alto per qualità, affidabilità, servizio e, inevitabilmente, prezzo.