Once upon a time ... (c'era una volta)
Racconto qui un po' delle mie vicende professionali e di vita più curiose. Sono storie caratterizzate dall'originalità oppure dalla chiave di lettura professionale. Tutte però sono frutto di esperienze dirette. Ne propongo una in homepage, che può essere quella appena pubblicata o, a rotazione, una delle altre. Sono tutte raccolte nei menù a fianco (o in fondo se usate lo smartphone), quindi scegliete, leggete e magari divertitevi.
Poi andando su Menù Generale avrete accesso a tutti gli altri contenuti del sito: Curiosità per sorridere un po' e con alcuni VIDEO d'epoca, Pillole che sono contributi di professionisti, Le mie interviste tra cui quella al prof. Philippe Daverio, Impegno sociale, un ricordo di Michelangelo Manini
Il Calendario Faac - Nascita di un cult
Nel 1998 ero diventato Marketing Manager del gruppo Faac, quando mi trovai ad affrontare una prima (piccola) sfida: realizzare il nuovo calendario Faac per l’anno 1999.
Fino ad allora il calendario era stato viso e vissuto con poco entusiasmo, era un lavoro di routine, si trattava di trovare un soggetto che fosse diverso dall’anno precedente, che richiamasse l’azienda e che, pur destinato a “rudi” installatori, non fosse troppo volgare.
Va subito chiarito che già dopo pochi mesi avevo potuto osservare che i nostri installatori erano tutt’altro che rudi: la maggior parte era benestante, dotata di buona cultura, abituata a relazioni con clienti importanti, amante del bello e abbastanza esigente. Come mia abitudine valutai la cosa in chiave di marketing e non sottovalutai il problema.
L’azienda godeva di una fama indiscussa. La leadership in notorietà ed immagine era incontrastata. Per correttezza va detto che non era così sul piano della quota di mercato che i concorrenti, per lo più sconosciuti al pubblico, erodevano continuamente. I calendari degli anni precedenti erano risultati del tutto ... diciamo ... anonimi. Il posizionamento della marca era invece molto alto per qualità, affidabilità, servizio e, inevitabilmente, prezzo.
Le vele verdi della Goletta Verde
Alla fine degli anni ’80 lavoravo come Direttore Marketing per la TV Toschi di Vignola (vedi anche La vera storia del Cacao Meravigliao) e mi trovavo nella necessità di promuovere un nuovo prodotto, una bevanda molto interessante ed originale. Si trattava di una bibita gassata alla menta piperita, venduta in lattina. Bevuta fredda era decisamente molto dissetante e gradevole. Bevendola si provava la stessa piacevole sensazione che si prova gustando una granita alla menta, si chiamava Pipermenta.
Trovandoci nel mercato delle bibite dove imperversavano (e imperversano tuttora) le varie multinazionali della Coca, Fanta, Sprite, Pepsi ecc, l’impresa si prospettava tutt’altro che facile, data anche l’esiguità del budget con cui mi dovevo misurare.
All’epoca il settimanale l’Espresso sponsorizzava l’attività di vaglio della qualità dei mari italiani svolta dalla Goletta Verde di Legambiente e questa iniziativa stava diventando molto popolare fra la gente, che consultava i risultati che venivano pubblicati sull’Espresso, nell'arco di varie settimane, ad ogni inizio della stagione estiva. Mentre studiavo un piano per il lancio estivo del prodotto, un amico agente pubblicitario dell’Espresso, mi propose di sponsorizzare, per quell’anno, la Goletta Verde. Gli chiesi cosa si poteva organizzare per sfruttare al massimo l’iniziativa nel caso avessimo deciso di utilizzare quel veicolo di comunicazione per il nostro prodotto e alla fine concordammo quanto segue: